Skip to main content
0

Come si fa ad essere creativi in una storia, in un quadro, in un CD musicale? È meglio cercare l’ispirazione rimanendo a crogiolarsi nell’angolino di una stanza, magari in penombra, cercando disperatamente da qualche parte del nostro cervello un’idea, oppure è meglio copiare qualcosa di già fatto da qualcun altro, con l’intento di renderlo originale?

Ovviamente la risposta esatta, per me, non è nessuna delle due.

 

Essere “creativi” nel vero senso del termine vuol dire innanzitutto studiare, informarsi, conoscere. Non si può essere creativi se non si esplorano le materie, questo vale per qualsiasi “forma d’arte”.

Spesso si tende a minimizzare il tutto dando del “genio” a qualcuno: è un vero genio quel pittore/scultore/musicista/regista, ma è solo un discorso di “geni” oppure chiunque può diventare creativo?

Parlando in maniera strettamente pragmatica chiunque può essere un creativo, specialmente allenando quella parte del nostro cervello che controlla l’immaginazione.

La creatività non la si apprende con un sentimento negativo, non bisogna flagellarsi per diventare creativi. Bisogna giocare. Più si sperimenta, e più si diventa creativi, come quando da bambini alle scuole materne coloravamo con i nostri magnifici pennarelli indelebili, dove ci macchiavamo grembiule, vestito e faccia!

Purtroppo lo studio delle volte può abbattere moralmente una persona, una persona che magari si vede “scavalcata” da altri, e quindi pensa di non essere all’altezza della materia stessa, ma non c’è cosa più falsa di questa, proprio perché per essere creativi non bisogna martoriarsi.

Con l’allenamento, la costanza e la sperimentazione si perfeziona il meccanismo fantastico che porta al cosiddetto “genio”, certo, esistono persone più predisposte di altre nell’affrontare alcune arti, ma questo non c’entra affatto con il concetto di “creatività”.

 

La creatività è come un buco nero, una volta che si intraprende il suo percorso si viene assorbiti e, contemporaneamente, vien voglia di imparare qualsiasi cosa.

 

Quando si coltivano più arti si finisce per raggiungere un quadro più complessivo (e a mio parere ancora più bello) del mondo dell’arte.

È ciò che faccio io con i miei libri, dove la scrittura aiuta il disegno a formarsi, il disegno aiuta a immaginare meglio un personaggio, e la musica funge da sottofondo alla lettura, regalando ancora più emozioni al lettore.

Ogni arte diviene d’ispirazione per l’altra, e questo ciclo senza fine finisce per creare un bagaglio culturale che è potenzialmente infinito.

Quindi per rispondere alla fatidica domanda se “è meglio essere creativi o no”, oserei dire che è sacrosanto voler essere a tutti i costi dei creativi nella vita, perché è la forma più primordiale di divertimento che abbiamo in quanto essere umani, sin dalle pitture rupestri, sin dal primo flauto costruito 40mila anni fa con l’osso di un avvoltoio dall’Uomo di Neanderthal, e per farlo dobbiamo avere fame di conoscenza, fame di sperimentare e di sbagliare. Bisogna vivere in pieno l’arte, e solo così l’arte stessa ci travolgerà di idee e contenuti. Questo vale per ogni materia, dall’architettura alla pittura, dalla scultura al design, dalla musica alla vita quotidiana, perché sì, anche la vita quotidiana è un’arte, assolutamente, e anche la più completa.

Valerio

Mi chiamo Valerio e sono un compositore da molti anni, nonché scrittore e illustratore. Lavoro per agenzie e registi, e ogni giorno dedico almeno un po' del mio tempo alla creatività. Creare è tutto ciò che un uomo può fare.

Leave a Reply

× Scrivimi qui